Il vedolizumab, un anticorpo monoclonale umanizzato a selettività intestinale che inibisce specificamente l’ integrina α4β7, è un farmaco biologico approvato per il trattamento delle malattie infiammatorie croniche intestinali (IBD) in fase di attività da moderata a severa. La somministrazione avviene tramite infusione endovena in ambiente ospedaliero: induzione e poi mantenimento ogni 8 settimane, con eventuale aumento della frequenza di somministrazione ogni 4 settimane in caso di riduzione della risposta.
Gli studi clinici randomizzati, in doppio cieco, controllati con placebo, VISIBLE 1 e VISIBLE 2 hanno valutato una nuova formulazione di vedolizumab, la cui somministrazione avviene per via sottocutanea, come terapia di mantenimento delle IBD, dopo una prima fase di induzione in aperto in cui il paziente veniva trattato tramite infusione endovena alla settimana 0 e 2. Lo studio VISIBLE 1, i cui risultati sono stati già pubblicati per esteso, ha mostrato nei pazienti con colite ulcerosa una efficacia e sicurezza della terapia sottocute, utilizzata nello studio per un periodo di circa un anno con somministrazione ogni 2 settimane, sovrapponibili a quella endovenosa. Ugualmente positivi sono i risultati dello studio VISIBLE 2 condotto nei pazienti con malattia di Crohn ed in corso di pubblicazione. In seguito a tali studi è stata approvata dall’ EMA, nel maggio 2020, la formulazione sottocutanea di vedolizumab come terapia di mantenimento in pazienti adulti con colite ulcerosa e malattia di Crohn che hanno ottenuto una risposta clinica dopo due dosi di terapia endovenosa.
La formulazione sottocutanea rappresenta quindi una interessante alternativa alla infusione endovena come terapia di mantenimento nei pazienti con IBD. La possibilità di avere a disposizione entrambe le modalità di somministrazione del vedolizumab può essere di giovamento per il gastroenterologo nella prescrizione di un trattamento che si adatti a quelle che sono le preferenze del paziente. E’ stato dimostrato da diversi studi che sono numerosi i pazienti con IBD che preferiscono la somministrazione sottocutanea di un farmaco biologico rispetto a quella endovena, in quanto hanno la possibilità di effettuarlo presso il proprio domicilio senza doversi recare in ospedale. E’ evidente l’ importanza di considerare le preferenze del paziente e di coinvolgerlo nel processo decisionale, al fine di aumentarne la compliance alla terapia e di conseguenza migliorare l’ outcome clinico.
Sandorn WJ, Baert F, Danese S, et al. Efficacy and safety of vedolizumab subcutaneous formulation in a randomized trial of patients with ulcerative colitis.
Gastroenterology 2020;158:562-572.